Racconto erotico – Il vestito lungo della trans al telefono erotico che seduce il capo

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Il vestito lungo di Valeria

Routine e provocazione

Valeria lavorava da quasi un anno come segretaria personale del direttore generale in una grande azienda di comunicazione a Bologna. Alta, curvy, con curve scolpite e uno sguardo che inceneriva, si era fatta notare sin dal primo giorno. Ogni mattina entrava con passo deciso e minigonne provocanti che facevano girare la testa a tutti.

Era una trans, e non lo nascondeva. Anzi, il suo look sfacciato sembrava quasi gridarlo al mondo. Tacchi alti, rossetto rosso, minigonne striminzite e camicette trasparenti: un mix di dominazione e sensualità che teneva in pugno mezzo ufficio.

Ma ultimamente, Valeria si sentiva… stanca.

Non del lavoro. Non degli sguardi. Ma dell’effetto “scontato” che le sue gonne cortissime ormai avevano sul suo capo, il dottor Lorenzo Bentivoglio, un uomo distinto, elegante, e visibilmente turbato da lei.

“Vuoi che si ecciti, non che si abitui,” si disse una mattina mentre osservava il suo armadio. E fu allora che vide quel vestito lungo.

Un nuovo approccio

Il vestito era nero, morbido, con uno spacco laterale fino alla coscia e una scollatura che lasciava spazio all’immaginazione. Il tessuto scivolava addosso, accarezzando le forme senza stringere.

Valeria lo indossò, si guardò allo specchio e sorrise. Il cazzo non si vedeva, ma si intuiva. Le forme restavano femminili, ma con quel qualcosa in più che lasciava perplessi, curiosi, eccitati.

Arrivò in ufficio come ogni mattina. Nessuno parlò, ma tutti guardarono. Le scarpe erano sempre alte, il trucco impeccabile. Ma oggi, quella silhouette misteriosa diceva molto più di un culo scoperto.

Quando entrò nell’ufficio del dottor Bentivoglio per il consueto briefing delle 9:00, lui alzò lo sguardo e si immobilizzò.

“Buongiorno, dotto’…” disse lei, posando il tablet sulla scrivania.

Lui deglutì, poi si alzò.

“Buongiorno Valeria. Oggi… sembri diversa.”

“Diversa come?” chiese, girandosi lentamente per mostrargli la schiena nuda fino ai reni.

“Elegante. Misteriosa.”

“Mi piace stuzzicare… non dare tutto subito.”

Il vedo-non vedo più erotico di sempre

Durante la riunione, si sedette accavallando le gambe. Lo spacco si aprì, mostrando la coscia liscia. Ogni movimento era studiato. Ogni gesto una carezza invisibile. E sotto il vestito, lei non portava nulla.

La tensione nell’ufficio era palpabile. Lorenzo non riusciva a concentrarsi. Gli scappava l’occhio, seguiva i movimenti di Valeria come un prigioniero osserva la chiave appesa fuori dalla cella.

Lei se ne accorse e decise di colpire.

Fece finta di chinarsi a raccogliere una penna, spalancando lo spacco. Dal taglio del vestito, il capo poté intravedere una sagoma tesa sotto il tessuto, nemmeno troppo velata. Una forma maschile… in un corpo femminile.

Lui impallidì.

Lei si rialzò e sorrise.

“Vede qualcosa di interessante, dottore?”

Dalla riunione al desiderio

Dopo quella mattina, Lorenzo iniziò a cambiare atteggiamento. Più teso, più silenzioso, ma anche più presente. Ogni volta che Valeria si avvicinava, tratteneva il respiro. Ogni volta che la vedeva camminare tra le scrivanie, si mordicchiava l’interno della guancia.

Valeria lo stava stregando. E sapeva che presto, lui avrebbe ceduto.

E così fece.

Una sera, mentre tutti erano andati via, Lorenzo bussò alla porta dell’ufficio di lei.

“Posso entrare?”

“Certo. Chiuda pure.”

Si sedette sulla scrivania, il vestito lungo ancora addosso, lo spacco leggermente aperto, lasciando che il suo “segreto” creasse una tensione invisibile.

“Devo dirti una cosa…” cominciò lui.

“Le tremano le mani, dottore,” lo interruppe lei, con voce bassa.

Lui la fissò.

“Mi ecciti, Valeria. In un modo che… non riesco a spiegare.”

Lei si alzò lentamente, si avvicinò, e gli prese la mano.

“Vuole vedere cosa c’è sotto questo vestito?”

Lui annuì.

Rivelazione e resa

Valeria fece scivolare la stoffa, lasciandola cadere lentamente. Sotto… nulla. Solo pelle, carne, forma.

Il membro semi-ereetto sporgeva fiero, dominando la scena con naturalezza.

Lorenzo restò a bocca aperta. Non si mosse. Poi, con un istinto che sorprese anche lui, si inginocchiò.

“Posso?”

Valeria gli accarezzò i capelli.

“Faccia come crede, dottore. Ma sappia che da domani… non ci sarà più nulla di professionale tra noi.”

E lui non rispose. Prese tra le labbra il piacere, e lo fece suo.

Notte erotica e confessione telefonica

Quella notte fecero l’amore sul divano dell’ufficio, tra i faldoni e le relazioni trimestrali. Valeria cavalcava il suo capo con lentezza, accarezzandogli il petto, lasciando che il vestito scivolasse lungo la schiena.

Alla fine, esausti, si sdraiarono sul tappeto.

Lorenzo si voltò: “Da quanto tempo… sei così?”

“Da sempre.”

“E non ti vergogni?”

Valeria sorrise. “Io sono anche una trans al telefono erotico, dottore. Non ho niente da nascondere. Il mio corpo è uno strumento, la mia voce una trappola. E lei… ci è cascato.”

Lui rise, sconfitto.

“Felice di esserci cascato.”

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