Racconto erotico – I piedini di Jessica

I piedini di Jessica
Un piacere sotto la suola
Jessica era una di quelle donne che non passavano inosservate, anche se cercavano di farlo. Non solo per il suo corpo alto, le forme scolpite e il viso definito con precisione chirurgica, ma soprattutto per come camminava: ogni passo sembrava una promessa, ogni movimento una carezza erotica nascosta in piena vista.
Ma se c’era una parte del suo corpo che la faceva impazzire — e sapeva far impazzire gli altri — erano i piedi.
Li curava maniacalmente. Dita affusolate, pelle morbida, unghie perfette. E adorava lo smalto rosso. Per lei, un piede femminile non era completo senza quel colore: vivo, provocante, pornografico nella sua eleganza.
Jessica era una trans, e non aveva alcuna intenzione di nasconderlo. Lo diceva con orgoglio, con gli occhi accesi di chi ha scelto di vivere senza filtri. Di giorno faceva la receptionist in uno studio dentistico, ma la notte si trasformava in una delle più richieste alla linea erotica. Raccontava fantasie, riceveva confidenze, e spesso parlava dei suoi piedi… perché sapeva che bastava menzionarli per far impazzire chi era dall’altro capo della linea.
Appuntamento dall’estetista
Quella mattina, il sole splendeva alto su Milano. Jessica indossò una gonna cortissima in jeans, un crop top aderente e dei sandali aperti con tacco 12, i preferiti per esaltare i suoi piedi. Era il giorno del suo rituale mensile: pedicure con smalto rosso.
“Stavolta voglio un rosso porpora, quello che fa perdere la testa ai passanti,” aveva detto prenotando. L’estetista la conosceva bene: Claudia, una ragazza giovane e sveglia, che adorava lavorare sui piedi di Jessica.
Jessica si sedette sulla poltrona, slacciò i sandali e lasciò scivolare i piedi nudi nella vaschetta calda. Le bollicine le accarezzavano la pelle e i suoi occhi si socchiudevano per il piacere. Claudia le versava oli profumati, le massaggiava le caviglie, ma sapeva bene che quel momento era più erotico che estetico.
“Sai che hai i piedi più sexy che mi siano mai passati sotto le mani?” le disse la ragazza, sorridendo.
Jessica le restituì lo sguardo. “Lo so. Ed è per questo che li curo così. Mi piace far perdere il controllo alla gente. Basta una mia camminata… e si voltano tutti.”
La vetrina del peccato
Finita la pedicure, Jessica si alzò con lentezza, lasciando che la luce del sole si riflettesse sullo smalto lucido delle unghie. Indossò i sandali senza chiuderli del tutto, lasciando che le dita uscissero un po’ più del dovuto. Quando attraversò la strada, notò un uomo fermo con il motorino, il casco in mano, che fissava i suoi piedi come ipnotizzato.
Jessica si avvicinò. “Ti piacciono?”
Lui balbettò qualcosa.
“Allora guarda bene,” disse lei, poggiando il piede sinistro sul sellino del motorino, facendo risalire ancora di più la gonna. Le sue gambe nude brillavano al sole, e il rosso sulle dita dei piedi sembrava bruciare.
L’uomo deglutì, incapace di parlare.
Jessica sorrise e sussurrò: “Immagina cosa potrei farti solo con questi piedini…”
Gioco d’esibizionismo
Nel pomeriggio, decise di passare al centro commerciale. Si mise in testa di giocare ancora un po’. Sapeva che le commesse, i ragazzi al bar, persino i vigilanti si sarebbero girati a guardarla. E così fu.
Entrò in un negozio di scarpe e chiese di provare dei sandali a tacco altissimo. Si sedette su uno sgabello in mezzo alla sala, alzò la gamba con lentezza e si tolse il sandalo. Piegò il piede, esponendo le dita perfette, le unghie lucide, l’arco delicato.
Il commesso, un ragazzo sui vent’anni, impallidì.
“Vuole… un numero 41?” chiese, incerto.
Jessica lo guardò dritto negli occhi. “Numero giusto per piedi da troia, vero?”
Lui annuì, stringendo la scatola con le scarpe come fosse un oggetto sacro.
Jessica se li provò, si alzò, fece qualche passo davanti agli specchi, sapendo bene che tutta l’attenzione era sui suoi piedi. “Li prendo. E magari torno anche domani, così mi vedi camminare ancora.”
Notte rovente in diretta
Tornata a casa, Jessica si rilassò con una doccia bollente, poi si mise la sua vestaglia preferita in raso rosso, quella che lasciava scoperti i piedi e le cosce. Si preparava per la sua serata da trans al telefono erotico.
Alle 22 in punto, accese la linea.
“Ciao amore… sono Jessica. Ti piacciono i piedi? Allora lascia che ti racconti la mia giornata…”
E cominciò. Raccontò dei suoi sandali, dello smalto rosso, del ragazzo con il motorino, del commesso tremante. Ogni dettaglio era studiato per accendere l’immaginazione. Ogni parola era un colpo di lingua virtuale sui desideri repressi.
“Allora… immagina di essere ai miei piedi. Le mie dita ti sfiorano il petto. Il tallone ti accarezza il ventre. Poi salgo… salgo…”
Il cliente gemette piano, e Jessica sapeva che l’aveva portato dove voleva.
Una sorpresa in ascensore
Verso mezzanotte, decise di scendere a buttare la spazzatura, scalza. Sapeva che era una pazzia, ma l’idea di camminare a piedi nudi sul marmo del palazzo la faceva impazzire. Lo smalto rosso sembrava pulsare alla luce fioca del corridoio.
Salendo in ascensore, incrociò un uomo del piano di sopra. Lo sguardo scivolò subito verso il basso.
“Buonasera,” disse lui, visibilmente imbarazzato.
“Notte calda, vero?” rispose lei, poggiando il piede sul bordo metallico della cabina.
Lui annuì. Ma non riusciva a staccare gli occhi da quei piedi, così perfetti, nudi, esposti.
Jessica si avvicinò, gli sussurrò all’orecchio: “Vuoi venire da me e lasciarti calpestare piano piano fino a gemere?”
Lui tremò. E prima che potesse rispondere, l’ascensore si aprì. Jessica scese, lasciando la porta aperta.
Piedi e dominazione
Lui entrò.
Dieci minuti dopo, era sdraiato sul tappeto del salotto, nudo, mentre Jessica camminava su di lui. Ogni passo, un sussurro. Ogni unghia rossa, un graffio invisibile sull’anima.
“Non ti toccherò con le mani,” disse. “Solo con i piedi.”
E mantenne la promessa.
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