Gravidanza di fantasia

trans al telefono erotico

Complici sotto lo stesso tetto

Viviana e Chloe vivevano insieme da quasi un anno, e il loro appartamento al quinto piano di un palazzo moderno era diventato un rifugio per fantasie, confidenze e notti sfrenate. Entrambe trans, con corpi scolpiti, seni rifatti e linguaggi del corpo seducenti, avevano deciso di convivere non solo per questioni pratiche, ma per condividere anche la loro complicità erotica.

Viviana era la più estroversa. Di giorno lavorava come estetista in un centro di bellezza per donne “speciali”, la notte invece accendeva il suo microfono e diventava una delle più richieste trans. La sua voce, roca e suadente, faceva impazzire gli uomini. Chloe, invece, era una fotografa freelance, con l’anima creativa e un’ossessione per il controllo. Sotto le lenzuola, però, si trasformava. Era capace di lasciarsi andare come nessuna.

Dormivano spesso nello stesso letto, anche senza fare sesso. Si coccolavano, si confidavano. Ma in quelle notti tranquille, c’era sempre un pizzico di tensione, una carica latente che bastava un sospiro fuori posto a far esplodere.

Una fantasia inconfessabile

Una sera d’estate, dopo aver mangiato sushi sul divano e bevuto due bicchieri di vino rosato, Viviana si lasciò andare a una confessione che teneva dentro da mesi.

“Posso dirti una cosa un po’… strana?” disse, accarezzando le proprie cosce nude, mentre indossava solo una camicia da notte trasparente.

Chloe la guardò con un sorriso curioso. “Con me puoi dire tutto.”

Viviana prese un respiro profondo. “Ho sempre avuto una fantasia… particolare. Mi eccita l’idea della gravidanza. Vorrei… non so… simulare di essere incinta. Sentirmi gonfia, piena. Come se stessi portando dentro qualcosa. Non è solo un feticcio. È… sensazione, tensione, possesso.”

Chloe non si mostrò turbata. Anzi, sembrava divertita.

“E vuoi farlo tu o… vuoi che lo faccia io?”

Viviana la guardò con occhi lucidi.

“Voglio vederti così. Voglio che tu… lo faccia per me. Voglio toccarti, accarezzarti mentre ti spingi fuori la pancia, mentre sembri piena. Ti prego, fammi questo regalo.”

La preparazione del gioco

L’indomani, Chloe ordinò online un piccolo set di palloncini medici e una pompetta per gonfiarli. Voleva fare le cose per bene, con eleganza, senza esagerare. E poi si preparò: biancheria bianca in pizzo, calze autoreggenti color avorio, e una vestaglia da notte che ricordava le future mamme nei film.

Viviana stava già impazzendo mentre la guardava sistemarsi davanti allo specchio. Il suo ventre era ancora piatto, ma il pensiero di ciò che sarebbe accaduto bastava a farle pulsare tra le gambe.

“Pronta?” chiese Chloe, guardandola attraverso il riflesso.

Viviana annuì. “Gonfiami.”

Il gonfiore del desiderio

Con delicatezza, Chloe infilò il piccolo palloncino sotto le calze, facendolo aderire alla pelle sotto l’ombelico. Iniziò a pompare lentamente. Viviana osservava ogni fase, seduta sul bordo del letto, le dita strette al bordo del materasso.

Il ventre di Chloe iniziava a sporgere piano. La tensione visiva cresceva. Viviana gemeva piano, come se la pancia gonfia dell’amica stesse premendo dentro di lei.

“Ancora… un po’ ancora…” sussurrava.

Quando la pancia fu abbastanza tesa da sembrare realistica, Chloe si sdraiò sul letto, tirandosi su la vestaglia e mettendosi di lato. Accarezzava il proprio ventre con lentezza, come se dentro avesse davvero qualcosa.

Viviana si avvicinò. Le baciò la pancia gonfia. L’annusò. Ci poggiò la guancia come fosse un altare sacro.

“Sei bellissima… sei perfetta…”

Amore oltre la pelle

Viviana salì sopra di lei, posandosi con delicatezza. I seni delle due si sfioravano, la pancia gonfia di Chloe creava uno spazio dolce e carico di tensione erotica tra i loro corpi. Viviana si strusciava piano, come se cercasse un punto preciso.

“Fammi tua, anche così. Fingi di essere davvero incinta. Io ti voglio lo stesso. Ti voglio di più.”

Chloe gemette. “Non sono una puttana… sono una mamma… e tu sei venuta a reclamarmi…”

Il gioco di ruolo prese fuoco. Viviana la penetrò lentamente con un dildo, mentre baciava ogni centimetro della sua pelle. Il ventre gonfio premeva contro di lei, la vista era troppo eccitante.

Le parole uscivano spontanee:

“Ti sento piena… ti sento calda… Dio, sei la mia donna incinta…”

Chloe sollevò il bacino, spingendo in fuori la pancia con più forza. “Voglio venire… voglio che mi scopi così, mentre porto il tuo bambino immaginario dentro…”

L’orgasmo del gioco

Lentamente, Viviana aumentò il ritmo. Chloe ansimava, sudava, stringeva il cuscino tra i denti. I loro gemiti riempivano la stanza.

Viviana venne per prima, con un urlo strozzato, piegata sopra quel ventre teso come un tamburo. Chloe la seguì subito dopo, col corpo tremante e il respiro mozzato.

Rimasero lì, nude, esauste, abbracciate. Il palloncino si sgonfiava piano, la fantasia scivolava via, ma il legame tra loro era più forte che mai.

Una nuova routine

Da quel giorno, il gioco della gravidanza divenne un rituale segreto. Non sempre finiva in sesso. A volte Chloe camminava per casa con la pancia gonfia solo per sentirsi desiderata. Viviana le portava il tè, la coccolava, le scriveva messaggi come “la mia bellissima futura mamma”.

E ogni tanto, nei turni notturni come trans al telefono erotico, Viviana raccontava tutto in forma anonima.

“Vuoi sapere qual è la mia fantasia? Beh… vivo con un’altra trans… e a volte la gonfio come se fosse incinta. E poi… la scopo piano, forte, con amore e voglia. Ti piace l’idea, vero?”

Dall’altro capo della linea, i clienti impazzivano.

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